La lotta meccanica mira a eliminare o, perlomeno, indebolire il senecione alpino. Tutti gli interventi di lotta meccanica devono tener conto dei punti seguenti:
- intervenire prima della formazione dei fiori, per evitare la propagazione del senecione tramite i semi che si formano e maturano scalarmente,
- se si prevede il contatto diretto tra pianta e pelle, è indispensabile indossare guanti e abiti protettivi, a causa della tossicità del senecione,
- i senecioni estirpati e/o falciati vanno, in ogni caso, allontanati prima del pascolo o dello sfalcio successivo, perché mantengono la tossicità anche una volta essiccati o preappassiti. Per eliminarli, si può ricorrere a metodi diversi:
- incenerimento come rifiuti solidi urbani,
- interramento,
- creazione di mucchi inaccessibili agli animali,
- compostaggio (solo se le piante non hanno ancora formato i semi).
Bisogna evitare di gettare i residui di senecioni maturi sulla concimaia, perché sussiste la possibilità che i semi arrivino a maturazione e finiscano col venire ridistribuiti nei pascoli assieme al letame.
Estirpazione manuale
Il periodo in cui è possibile procedere all’estirpazione manuale del senecione alpino è più lungo di quello a disposizione per altri tipi di lotta meccanica. Questo metodo di lotta è praticabile fino a poco prima della fioritura. Il fusto va afferrato in un punto il più possibile vicino al suolo e tirato verticalmente. Così facendo, il rizoma e le radici laterali si possono estirpare abbastanza agevolmente. Come appena indicato, le piante estirpate vanno poi eliminate in modo adeguato e mai utilizzate come foraggio o lettiera per gli animali (Caratteristiche). L’estirpazione manuale si rivela più facile quando il suolo è umido. Se il suolo è secco, la pianta di spezza spesso al di sopra del rizoma, con il risultato che quest’ultimo rimane sottoterra e dà rapidamente origine a nuove piante.
Sfalci di pulizia ripetuti
Per contenere efficacemente la diffusione del senecione alpino, è necessario falciare tre volte l’anno per almeno tre anni, intervenendo quando le piante sono alte circa 30 cm, perché a questo stadio di sviluppo, non hanno ancora potuto immagazzinare le sostanze di riserva nel rizoma. Anche in questo caso, le piante falciate devono essere eliminate in modo adeguato e mai essere utilizzate come foraggio o lettiera per gli animali (Caratteristiche).
Gestione a sfalcio
L’intensità di sfruttamento di un prato da sfalcio è determinata, in primo luogo, dalle condizioni pedoclimatiche locali e solo subordinatamente dalla strategia aziendale. In questo ambito, anche le superfici che sottostanno alla legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio (LPN), nelle quali è autorizzato un unico sfalcio, si possono comunque migliorare. L’importante è mantenere la gestione a sfalcio per diversi anni, senza mai pascolare. Fino a quando foraggio di queste parcelle contiene piante di senecione alpino, è indispensabile eliminarlo, senza mai utilizzarlo come alimento o lettiera per il bestiame (Caratteristiche).
Solarizzazione
In Austria, si è ottenuto un certo successo con la posa di un telo da giardinaggio nero e resistente agli UV. La mancanza di luce e il calore sviluppatosi sotto il telo durante l’intera stagione alpestre hanno ucciso i senecioni alpini, così come le altre piante presenti, ed esaurito le sostanze di riserva dei rizomi. Tuttavia, i semi presenti nel suolo sono rimasti vitali. Per evitare che i senecioni nati da seme ricolonizzino l’area, all’inizio della stagione successiva conviene lavorare grossolanamente il suolo, in modo da favorire la germinazione dei semi stessi esponendoli alla luce. Quando le plantule raggiungono lo stadio di due foglie, bisogna riposizionare il telo per 3-4 settimane, in modo da fare nuovamente tabula rasa. A questo punto, si raccomanda di procedere con una semina prima possibile.