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Valutazione delle condizioni pedoclimatiche del pascolo da ripristinare

La maggior parte delle buone piante foraggere, tra cui le leguminose, predilige suoli il cui pH è compreso tra 5,5 e 6,7. Quando il pH è inferiore a 5,5, la loro proporzione diminuisce progressivamente. In questo senso, il nardeto è un buon esempio, perché, mentre nel nardeto misto (suscettibile di miglioramento) il valore di pH del suolo è generalmente superiore a 5,0 e consente ancora la crescita di certe foraggere di buon valore, come trifogli, leontodi, ecc., nel nardeto puro, con pH spesso inferiore a 5,0, le buone foraggere sono praticamente assenti, con la conseguenza che il bestiame non vi pascola volentieri. Proprio i nardeti sottosfruttati rappresentano spesso il punto di partenza per l’espansione dei cespugli. Di solito, la colonizzazione delle superfici comincia con i mirtilli, quindi prosegue, nelle zone piuttosto umide, con i rododendri e, in quelle abbastanza soleggiate, con i ginepri.

La presenza di buone piante foraggere nelle zone colonizzate dagli arbusti di piccola taglia indica che le caratteristiche del suolo sono ancora adatte a graminacee, trifogli, ecc. e che queste essenze possono riprendere il sopravvento in seguito all’eliminazione degli arbusti. La loro presenza è utile per decidere se vale la pena, o meno, ripristinare il pascolo e dà un’indicazione sulle possibilità di riuscita.

I suoli dei pascoli fortemente colonizzati dagli arbusti di piccola taglia hanno pH nettamente inferiore a 5,0, a causa dell’abbondante presenza di residui vegetali acidificanti e spesso poco degradabili degli arbusti stessi. Come appena visto, un pH così acido non è adatto alle buone foraggere, che non si sviluppano, o si sviluppano stentatamente, anche se seminate. In questi casi, dopo un ripristino, si assiste solitamente alla sola ricrescita degli arbusti appena eliminati.

Per riportare il pH del suolo entro un intervallo che consenta/favorisca la crescita di buone piante foraggere, è necessaria un’abbondante calcitazione, i cui benefici non giustificano solitamente i costi e le ore di lavoro investiti. Relativamente a questo tipo d’intervento, va anche ricordato che, secondo l’art. 30 dell’Ordinanza sui Pagamenti Diretti (OPD), la distribuzione di ammendanti calcarei sugli alpeggi va autorizzata dal servizio cantonale competente. In queste stazioni con suoli notevolmente acidi, la distribuzione di solo letame non è sufficiente per elevarne il pH ai livelli desiderati.

Se l’area che si intende ripristinare è catalogata come zona di protezione della natura, va contattato l'ufficio cantonale competente per questioni inerenti la natura e il paesaggio. In caso, invece, la superficie sia parzialmente rimboschita, o in via di diventarlo, bisogna rivolgersi al servizio forestale competente. Potrebbe essere utile coinvolgere anche il guardiacaccia responsabile, per confrontare il ripristino previsto con gli habitat della fauna locale e, se necessario, trovare una soluzione confacente a tutti gli interessi in gioco.

Una volta evasi tutti i punti appena citati, si possono definire le superfici da ripristinare e pianificare gli interventi necessari.

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